30/08/10

Islam ad personam

Gheddafi dice che tutta l'Europa dovrebbe convertirsi all'Islam. Così l'amicone Silvio potrà finalmente regolarizzare il suo harem.

27/08/10

The Mindscape of Alan Moore

Non penso debba essere io a spiegarvi chi è Alan Moore, almeno spero. I film tratti dai suoi fumetti sono diventati dei cult, anche se lui li ha sempre disconosciuti non volendo neanche comparire nei credits, sempre insoddisfatto dai risultati. E, in molti casi, è molto difficile dargli torto. Alan Moore l'innovatore. Alan Moore che rese il fumetto letteratura. Alan Moore lo sciamano. Il mago supremo.

Qui di seguito l'autore inglese ci parla del suo mondo, della sua storia, delle sue intenzioni, e ogni sua parola è illuminante, tipo questa parte:
[..]in ogni cosa di valore nelle nostre vite, che sia la carriera, un lavoro artistico, una relazione, comincerà sempre con un salto. E per essere capaci di farlo, bisogna mettere da parte la paura di cadere e il desiderio di avere successo. Bisogna fare queste cose in modo totalmente puro, senza paura, senza desiderio. Perchè le cose che facciamo senza brama o effetto, sono le azioni più pure che mai compiremo.[..]
Grazie a Simone Angelini per la dritta.

25/08/10

Evil of the Thriller

Darkness falls across the land
The midnite hour is close at hand
Creatures crawl in search of blood
To terrorize y'awl's neighborhood
And whosoever shall be found
Without the soul for getting down
Must stand and face the hounds of hell
And rot inside a corpse's shell
The foulest stench is in the air
The funk of forty thousand years
And grizzly ghouls from every tomb
Are closing in to seal your doom
And though you fight to stay alive
Your body starts to shiver
For no mere mortal can resist
The evil of the thriller

21/08/10

Succede.

Succede che non butti giù un rigo da tre anni. Poi una notte, tarda notte, ti distendi sul letto e un'esclamazione ti esplode nel cervello. Succede che quella esclamazione venga poi seguita da una scena. Succede. Succede che pensi di scrivere il tutto la mattina dopo ma, continuandoti a rigirare tra le lenzuola, non riesci a liberarti di quella scena. Succede. Succede che la scena si schiarisce sempre di più, fino a tenerti sveglio, a guardare con gli occhi socchiusi il buio intorno. Succede di accendere la luce e, non trovando fogli di carta intorno, scrivi quella scena sul retro di una scatola delle scarpe. Succede. Succede che ti trovi ogni due minuti a spegnere e riaccendere la luce per aggiornare la scena, ampliarla a correggerla. Perchè quell'input di storia non ti mollerà fino a quando non la riterrai sicura su carta. Succede. Succede che un'esclamazione porti dietro di sè un racconto. E questo racconto ti tormenti. Decidendo dopo tre anni di buttare giù un rigo. Succede.

19/08/10

L'uomo medio.

Non conoscevo Pasolini, o almeno, lo conoscevo soltanto di nome pensando fosse uno di quei intellettuali del quale parlare facesse tanto felici i pseudo-intellettuali. Intellettuali che usano linguaggi forbiti solo per rendersi più "alti", un linguaggio reso di difficile comprensione solo per dimostrare la propria intelligenza, ma che in realtà dietro un numero impareggiabile di sinonimi e parafrasi nascondono un ben poco significato concreto. Poi, l'ho scoperto tramite il mezzo che molti ritengono il più semplice e infantile: il fumetto. Ho acquistato "Pasolini" di Toffolo, una graphic novel che vede l'autore di fumetti friulano incontrare un emulatore dello scrittore/poeta/regista, e che utilizza stralci di interviste e pensieri di P.P. Ho cercato successivamente le sue interviste su YouTube e sono rimasto, rimango, completamente affascinato dal suo modo di vedere le cose per certi versi disincantato e crudo, sicuramente avanti rispetto al suo tempo. Poi ho visto "La Ricotta" dove in una scena il Pasolini regista si fa impersonare dal regista Welles ... e lì meraviglia. Questo è un mio piccolo omaggio all'uomo Pasolini e alle sue parole.

17/08/10

Bye Bye K.

... è andato DjK, e per ricordarlo/onorarlo Radio2 trasmette la canzone "Sorry seems to be the hardest word". Messaggio subliminale? Mistero della fede.

16/08/10

Scorci di ZooArt

Quarto giorno di ZooArt e soddisfazione a mille, finora le aspettive non sono state minimamente deluse e mi aspetto altrettante giornate grìntose da qui al 21 ... musica live del gruppo indierock ZEM, la proiezione del documentario "Le Dame e il Cavaliere", la performance musico-proiettiva della premiata ditta Masca-Vijto e l'elevata qualità delle opere esposte hanno reso, a mio parere, l'edizione 2010 la più completa di quelle organizzate finora. E pensare che mancano ancora sei giorni alla conclusione dell'evento ... benebene. Per farvi venire l'acquolina e rompere i vostri eventuali indugi a venire in quel di Ortona vi mostro alcune immagini, pubblicherò l'album completo quando il tutto sarà concluso. Daje ZooArt!


Guida galattica per autostoppisti

12/08/10

ZooArt 2010 "LAGRìNTA"

... e finalmente domani inizia la quinta edizione di ZooArt "Gabbie aperte alla creatività", mostra d'arte contemporanea che vedrà 25 artisti da tutta Italia esporre nelle 5 gabbie dell'ex zoo comunale di Ortona (CH). Questa manifestazione mi ha visto esordire nel mio percorso figurativo ed espressivo ben 3 anni fa, per colpa di quel Gabriele Lacchè che non finirò mai di ringraziare per la fiducia e l'ispirazione che mi ha dato all'inizio e ancora oggi continua a darmi.

Ecco la recensione di ZooArt, ad opera della critica d'arte Michela Malisardi:
Chi è ZooArt?
Nell’immaginario collettivo lo Zoo è il luogo domenicale di svago familiare e facile bersaglio di animalisti; già dai tempi del Sacro Romano Imperatore Giuseppe II, negli anni ’20 dell’Ottocento, si importavano giraffe e animali esotici in grandi giardini, prima serragli imperiali poi patrimonio della cittadinanza, non certo a pagamento.
Negli anni, il businnes dell’intrattenimento ha trasformato gli Zoo in veri e propri luoghi di aggregazione di massa: invece di passeggiare nei corridoi di un museo, si preferiva un itinerario in mezzo a gabbie con micro-ambienti per bestie extra-continentali.
Abitualmente pieno di visitatori, bambini, animali che allungano il muso per avere lo zuccherino, grandi gabbie con feroci belve, inservienti e chioschi di pop corn, se chiuso e lasciato in disuso, lo Zoo riporta la stessa malinconia e inquietudine di un Luna Park appena chiuso per l’inverno, perché quindi non utilizzarlo?
Gabriele Orlando Lacché e Tommaso D'Anchini hanno deciso di rivalutare lo spazio dello zoo di Ortona, dandogli una nuova identità: ZooArt, un viaggio a ritroso verso il ritorno al concetto dell’arte come intrattenimento e scoperta, istanza originale dello Zoo animalesco.
Altre manifestazioni, gallerie, spazi espositivi e rassegne ingabbiano con sbarre trasparenti la creatività, la incasellano in trend di mercato che con gli artisti hanno ben poco a che fare, piegando la fantasia a velleità di guadagno che tarpano le ali al progresso artistico.
ZooArt è diversa.
ZooArt non chiude ma spalanca le porte e butta via le chiavi.
ZooArt è nata e fortunatamente rimasta, limpida nei suoi intenti, come dichiarato nel titolo: “Gabbie aperte alla crealitivà!”, di qualsiasi matrice inventiva essa sia.
Arrivata ormai alla sua quinta edizione, ha ancora il coraggio e la libertà di organizzare una collettiva di pittura “alternativa” e linguaggi artistici “non convenzionali”.
Oggi come oggi i linguaggi dell’arte contemporanea sono diventati un’esclusiva di un’élite di addetti ai lavori che se la ridono, godendo dei meccanismi che loro stessi hanno creato; ZooArt vuole rompere la spirale dei codici silenziosi e urlare al pubblico che l’arte è per tutti, utilizzando un sito non convenzionale, un non-luogo-dell’arte, decontestualizzandolo per ricostruirne il significato.
Questo processo permette di estrapolare il senso vero di quadri, musica, danza, cinema, performance e chi più ne ha più ne metta, permettendone la comprensione e maggiorandoli con il valore aggiunto dello straniamento, che implica una maggior riflessione e coinvolgimento.
Insomma, ZooArt è la possibilità concreta di carpire la diversità, di apprezzarla; rompe gli schemi, e non solo, ad un sistema dell’arte ormai pronto per un cambiamento.
Quindi, dal 13 al 21 Agosto, fateci un salto quando più vi aggrada, infatti la mostra è sempre aperta e a ingresso gratuito (in tempi di crisi, è sempre importante sottolinearlo).

Faster, Pussycat! Kill! Kill!

11/08/10

Green Hornet, avanti un altro.

E' da una decina d'anni che il cinema (dopo i vari Superman e Batman degli anni ottanta/novanta) s'è accorto che il genere supereroistico su grande schermo tira in modo non indefferente, infatti dai vari Spiderman e altri supereroi conosciuti anche dal pubblico meno fumettaro, si sta sfruttando (per non dire spremendo fino all'ultima goccia) questo filone rielaborando anche vari fumetti più underground con risultati altalenanti, perchè forse si pensa che basta mettere avere un tizio in maschera come protagonista per fare grandi incassi. Come detto, sfruttati ampliamente i fumetti più mainstream come Spiderman, Batman, X-Men ecc., ci si sta rivolgendo ora verso personaggi sconosciuti ai più, ma forse più controversi e affascinanti. L'ultimo della serie (in attesa di Kick-Ass, che comunque tratta il tema del supereroe in termini differenti) è Green Hornet, di prossima uscita negli States. Chi è Green Hornet? Penso che sia corretto definirlo un antesignano di Batman, infatti è stato creato qualche anno prima dell'uomo pipistrello e come lui non è un superuomo ma molto più semplicemente un uomo mascherato. Come lo stesso personaggio creato da Kane e Finger, anche l'eroe di verde vestito ha avuto l'onore di essere protagonista di una serie di telefilm negli anni '60 caratterizzata dall'ironia, dai colori vivaci e dalla voglia di far divertire il pubblico più giovane; coprotagonista della serie, nei panni dell'aiutante Kato, era addirittura un Bruce Lee all'inizio della carriera. I due personaggi si sono anche incontrati in un curioso crossover dove il Green Hornet interpretato da Fran Striker si fa beffe del panzuto uomo pipistrello e del suo "amichetto" Robin.




Tutto molto spassoso.
Una sola domanda: per interpretare l'eroe non si è proprio riusciti a trovare un attore più figo di Seth Rogen?
Brutte sensazioni, brutte sensazioni ...

Questo qui è il trailer ufficiale.

10/08/10

Ho un amico che fa i disegni al pc ...

Da qualche tempo gira per la rete questo decalogo per far impazzire un grafico, e devo ammettere mio malgrado che è di una verità allarmante. La frase che mi ha messo più i brividi è “… tanto è facile, lo fai col computer…“ appunto perchè l'ho sentita innumerevoli volte, come se questa macchina delle meraviglie denominata computer fosse in grado di creare nuovi mondi e leggere nella mente dei committenti schiacciando un semplice tasto. Purtroppo c'è molta ignoranza in questo minimondo informatico, lo dicono le statistiche che indicano la nostra nazione come la più arretrata di conoscenze in questo campo, e se per le persone più anziane questa ignoranza è giustificabile mi rattrista sempre notare che anche tra i più giovani l'utilizzo di questa tecnologia si limiti prevalentemente all'uso di Facebook e servizi similari ... ma questo è quanto.
Questa mentalità che minimizza le capacità informatiche, e nello specifico grafiche nel mio caso, purtroppo si ripercuote anche quando si tratta di definire compensi per il lavoro fatto o da fare, perchè mai come in questo caso si ritorna alla frase sopra citata, e il far capire che questo lavoro non è solo "un pigiar di tasti a caso" è un'impresa persa in partenza, così nella maggior parte dei casi si finisce con lo sminuire le proprie capacità personali, le proprie conoscenze pur di portare qualche soldo a casa.
Cambierà qualcosa? Mah ... la battaglia è dura, ma una cosa vorrei dire agli altri colleghi grafici: non lavorate mai a gratis, altrimenti sarà veramente impossibile da vincere.

09/08/10

Pelle di gatto




















Small chiese a Vendetta: "Chi ci abita in queste case?".
"Domanda sbagliata, Small" rispose lei, squadrandolo dall'alto in basso e camminandogli accanto.
"Qual è la domanda giusta allora?" fece il ragazzo.
"Domandami chi abita sotto le case".
Ubbidiente, Small domandò: "Chi abita sotto queste case?".
"Buona domanda!" esclamò Vendetta della Strega. "Vedi, non tutti sono capaci di mettere al mondo la propria casa. E' più facile che le persone mettano al mondo dei figli. E quando hai dei figli, hai bisogno di una casa che li custodisca. Dunque, bimbi e casa: la maggior parte della gente prima mette al mondo gli uni, poi costruisce l'altra. La casa, appunto. Molto tempo fa, quando un uomo e una donna decidevano di costruire una casa, prima scavavano una buca. E ci costruivano uno spazio, una piccola casetta in legno fatta di una sola stanza. E rapivano o compravano un bambino o una bambina, che avrebbe abitato la casetta del buco. Dopodichè, sopra quella prima casa ci costruivano la loro."
"Ma la casetta non aveva una porta?" domandò Small.
"Non ci mettevano una porta" disse Vendetta.
"Ma allora il bambino o la bambina come faceva per salire?" chiese Small.
"I bambini e le bambine rimanevano in quella casetta" disse la Strega. "Vivevano là dentro per tutta la vita e ci vivono ancora oggi, sotto le case in cui vive la gente comune, che può andare e venire come più le piace senza pensare a quelle casette e a quei bambini sotto ai loro piedi, rannicchiati nei loro stanzini."
"E che mi dici delle madri e dei padri?" interrogò Small. "Non andavano mai a cercare i loro ragazzi?".
"" cominciò Vendetta della Strega "Alle volte si e alle volte no. Dopotutto c'era qualcuno che viveva anche sotto le case, no? Ma così accadeva molto tempo fa. Adesso quando costruiscono una casa ci seppelliscono un gatto invece che un bambino. Ecco perchè la prigione si chiama 'gattabuia'. Ed ecco perchè ci conviene stare attenti durante il nostro cammino. Come puoi vedere, ci sono case in costruzione qui".
Pelle di gatto di Kelly Link.

07/08/10

Arcade Fire - Black Mirror

Davvero denso d'atmosfera questa brano tratto dall'album Neon Bible, il video poi completa il tutto dando la perfetta visione gotica dell'indie rock ensemble canadese.

06/08/10

Carta Straccia #15

E' stato finalmente dato alle stampe il #15 di Carta Straccia, fanzine di cultura postuma totalmente disimpegnata.
Anche questo è un numero "tematico", cioè segue uno spunto iniziale che ogni autore ha rielaborato a suo modo, seguendo la propra attitudine artistica ... il suddetto tema è "Memorie dal buco" come si evince dal titolo di copertina.
Da tutto ciò ne è scaturito fuori un numero alquanto strambo, ricco di fumetti, scritti e illustrazioni alquanto in linea con la voglia di stupire che dalla sua nascita gli ideatori della fanzine (tra cui uno che conosco mooolto bene, forse) si sono prefissi di seguire.
Per leggerlo potete andare nel blog ufficiale da dove è possibile scaricarne la versione in pdf, oppure trovarlo cartaceemente nei luoghi più inaspettati ... hanno partecipato a questo numero: Tatiana Rocco, ArkilaBO, Filippo Toriello, Yari DG, Demerzelev, Simone Angelini, MikroKaosArt, Maximiliano Sanvitale, Vittoria D'Incecco, Marco Taddei, Michela Tobiolo e il sottoscritto.
Non resta nient'altro da aggiungere se non ... ci si legga!

04/08/10

Weird Tales

Girando per la rete si trovano chicche non indifferenti, infatti mi capita molto spesso di cercare una cosa e trovarne un'altra molto più interessante, più succosa. Capita che si trovino rimanenze di riviste dal passato editoriale fondamentale per quelle uscite successivamente e delle quali oggi non rimane traccia, se non nella mente dei veri appassionati al genere. Parlo, ad esempio, della rivista Weird Tales, una raccolta di racconti underground, gotici e sci-fi nata negli anni '30 che aveva tra i suoi autori scrittori poi diventati massimi esponenti della letteratura del genere. Per farvi un esempio, sono state pubblicate su questa rivista i racconti di gente come Bloch, Howard (chi sono? cercateli su Wikipedia per rendervi conto di quanto conosciate le loro opere senza nemmeno saperlo) mentre alcuni dei racconti che inviò Lovecraft non furono addirittura pubblicati per screzi, ma più probabilmente era solo questione d'invidia, con l'allora direttore. Belle le copertine, hanno quel senso del fantastico, un fantastico giocoso, ingenuo e per certi versi anche alquanto "pulp" che per la loro tonalità di colori e font utilizzati mi sono di grande ispirazione.
Apriamo vecchi scaffali polverosi, da ognuno di essi può riemergere un tesoro ...

Essere John Malkovich

02/08/10

YOUPORNPOLITIK

l'ultimo/a arrivato/a dalla serie "POSTers"

01/08/10

Polvere sulla testa: recensione di Maximiliano Sanvitale

Non finirò mai di ringraziare Maximiliano Sanvitale per questa sua recensione del mio racconto Polvere sulla testa; per chi non lo sapesse, lui è un giovane scrittore (uno scrittore vero) e questo è il suo sito.













Titolo un po’ Dickiano (ricordate la polvere invasiva/corrosiva di “Anche gli androidi sognano pecore elettriche?”) ma molto evocativo, questo “Polvere sulla testa” di Fabio Di Campli, creativo ortonese, si presenta così: la copertina è oscura, semplicemente elegante. Il formato è quadrato, forse un po’ inusuale per la pubblicazione di racconti adult oriented.

Poi si entra dentro. Una storia che si può leggere gradevolmente tutta d’un fiato. E’ breve, concisa, graffiante. Ma sarei ingeneroso, e io non posso permettermi di esserlo.

Il protagonista della storia agisce aristotelicamente: la storia nel suo essere succinta rispetta l’unità di tempo, di spazio, d’azione. Egli cammina, cerca, osserva, scruta. Cosa? Se stesso? La verità sul mondo totalitario che circonda, ghermisce, schiaccia ogni identità individuale?

L’angoscia, il senso di alienante solitudine nella propria unicità, un desertico dolore. La consapevolezza della propria unicità che non può essere demandata ad un numero stampato su di un chip impiantato. Né al cieco assenso a un regime.

E, parafrasando il Ridley Scott di Blade Runner, tutto questo finirà, come lacrime nella polvere.

E' possibile acquistare il racconto on demand qui.

Chiamatemi Headache.

Il mal di testa domenicale è una simpatica consuetudine.
Quasi quanto quella sensazione di avere un'intera giornata a disposizione per fare quello che devi fare da taaanto tempo e che, arrivata poi a grandi passi la sera, puntualmente non farai mai.
Tanto alla prossima domenica mancano solo sette giorni ...