... e finalmente domani inizia la quinta edizione di ZooArt "Gabbie aperte alla creatività", mostra d'arte contemporanea che vedrà 25 artisti da tutta Italia esporre nelle 5 gabbie dell'ex zoo comunale di Ortona (CH). Questa manifestazione mi ha visto esordire nel mio percorso figurativo ed espressivo ben 3 anni fa, per colpa di quel Gabriele Lacchè che non finirò mai di ringraziare per la fiducia e l'ispirazione che mi ha dato all'inizio e ancora oggi continua a darmi.
Ecco la recensione di ZooArt, ad opera della critica d'arte Michela Malisardi:
Chi è ZooArt?Quindi, dal 13 al 21 Agosto, fateci un salto quando più vi aggrada, infatti la mostra è sempre aperta e a ingresso gratuito (in tempi di crisi, è sempre importante sottolinearlo).
Nell’immaginario collettivo lo Zoo è il luogo domenicale di svago familiare e facile bersaglio di animalisti; già dai tempi del Sacro Romano Imperatore Giuseppe II, negli anni ’20 dell’Ottocento, si importavano giraffe e animali esotici in grandi giardini, prima serragli imperiali poi patrimonio della cittadinanza, non certo a pagamento.
Negli anni, il businnes dell’intrattenimento ha trasformato gli Zoo in veri e propri luoghi di aggregazione di massa: invece di passeggiare nei corridoi di un museo, si preferiva un itinerario in mezzo a gabbie con micro-ambienti per bestie extra-continentali.
Abitualmente pieno di visitatori, bambini, animali che allungano il muso per avere lo zuccherino, grandi gabbie con feroci belve, inservienti e chioschi di pop corn, se chiuso e lasciato in disuso, lo Zoo riporta la stessa malinconia e inquietudine di un Luna Park appena chiuso per l’inverno, perché quindi non utilizzarlo?
Gabriele Orlando Lacché e Tommaso D'Anchini hanno deciso di rivalutare lo spazio dello zoo di Ortona, dandogli una nuova identità: ZooArt, un viaggio a ritroso verso il ritorno al concetto dell’arte come intrattenimento e scoperta, istanza originale dello Zoo animalesco.
Altre manifestazioni, gallerie, spazi espositivi e rassegne ingabbiano con sbarre trasparenti la creatività, la incasellano in trend di mercato che con gli artisti hanno ben poco a che fare, piegando la fantasia a velleità di guadagno che tarpano le ali al progresso artistico.
ZooArt è diversa.
ZooArt non chiude ma spalanca le porte e butta via le chiavi.
ZooArt è nata e fortunatamente rimasta, limpida nei suoi intenti, come dichiarato nel titolo: “Gabbie aperte alla crealitivà!”, di qualsiasi matrice inventiva essa sia.
Arrivata ormai alla sua quinta edizione, ha ancora il coraggio e la libertà di organizzare una collettiva di pittura “alternativa” e linguaggi artistici “non convenzionali”.
Oggi come oggi i linguaggi dell’arte contemporanea sono diventati un’esclusiva di un’élite di addetti ai lavori che se la ridono, godendo dei meccanismi che loro stessi hanno creato; ZooArt vuole rompere la spirale dei codici silenziosi e urlare al pubblico che l’arte è per tutti, utilizzando un sito non convenzionale, un non-luogo-dell’arte, decontestualizzandolo per ricostruirne il significato.
Questo processo permette di estrapolare il senso vero di quadri, musica, danza, cinema, performance e chi più ne ha più ne metta, permettendone la comprensione e maggiorandoli con il valore aggiunto dello straniamento, che implica una maggior riflessione e coinvolgimento.
Insomma, ZooArt è la possibilità concreta di carpire la diversità, di apprezzarla; rompe gli schemi, e non solo, ad un sistema dell’arte ormai pronto per un cambiamento.
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